Genova accoglie il grifone ucraino della risurrezione

Redazione BR
La nuova proprietà americana del Genoa ha deciso di cambiare radicalmente rotta e di riportare il club più antico d’Italia a livello superiore rispetto alla consueta lotta per salvezza in Serie A. A guidare il nuovo ciclo ci sarà a sorpresa il Pallone d’Oro del 2004, Andriy Shevchenko, che si è legato al Genoa fino al giugno 2024 in veste del nuovo allenatore.

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Sheva calcia subito con il piede giusto

Nonostante tutto il successo raggiunto nel mondo del calcio, Andriy Shevchenko è rimasto un personaggio umile e dotato di grande riconoscenza verso l’ambiente italiano che l’ha fatto diventare un fuoriclasse mondiale e per certi versi allevato alla nuova avventura da allenatore. “L’Italia è un Paese importante dal punto di vista calcistico. La scuola italiana è importante. Per me lavorare con allenatori come Ancelotti, Zaccheroni e Cesare Maldini è stata una grande esperienza. Venire ad allenare in Italia vuol dire entrare nel mondo del calcio italiano per poter sfidare i grandi tecnici che lavorano adesso in Italia. È una sfida stimolante per me”. Proprio così si è presentato al pubblico genoano che l’ha accolto con particolare entusiasmo, confermando la scelta azzeccata del gruppo 777 Partners, che dal 15 novembre prenderà ufficialmente in mano il Genoa in passaggio da Enrico Preziosi. Quest’ultimo lascia la presidenza del club dopo ben 18 anni di gestione piuttosto controversa, riservando per sé comunque un posto nel CDA.   

Staff titolato con spalle larghe

In questa sfida Shevchenko sarà accompagnato da uomini di fiducia, in primis da Mauro Tassotti, che alcuni già definiscono il vero cervello del futuro Genoa. Senz’altro tra i viceallenatori in attività di Serie A, Tassotti gode di un palmares veramente invidiabile: dal 2001 al 2016 ha collaborato al Milan con Terim, Ancelotti, Allegri, Inzaghi, Leonardo e Seedorf, conquistando 2 Champions League, 2 titoli del campionato italiano, 1 Coppa Italia, nonché 2 Supercoppe Italiane e altri trofei. La scelta di Tassotti al fianco di Shevchenko non è per niente casuale. I due hanno lavorato insieme in nazionale ucraina dal 2016, portandola ai quarti di Euro 2020. Oltre a Tassotti, lo staff sarà composto dai collaboratori tecnici Andrea Azzalin, Simone Bonomi, Valerio Fiori e Luigi Nocentini.

Rinforzi indispensabili a gennaio

Shevchenko è stato assicurato in termini di rinforzi imminenti su cui potrà contare già a partire dal 2022. L’ucraino ha fin da subito idee chiare, già condivise con la proprietà. La rosa a disposizione è un ottimo punto di partenza per salvarsi, ma ci vorranno almeno tre rinforzi immediati per cominciare a costruire le fondamenta del progetto a lungo termine. Le indiscrezioni dei media vicini all’ambiente genoano parlano del connazionale Vitaliy Mykolenko della Dinamo Kiev come il primo possibile acquisto. Sheva lo conosce benissimo, avendolo potuto osservare da vicino in nazionale. Il terzino sinistro classe 99 resta nel mirino anche del Napoli, ma nel caso di insistenza, quasi impossibile possa resistere al corteggiamento del suo ex allenatore. Per aggiungere l’estro e l’imprevedibilità al reparto offensivo, il Genoa punterà sull’ala rossonera Samu Castillejo che al Milan trova poco spazio. Come piano B, Shevchenko potrebbe optare sul russo Aleksej Miranchuk, snobbato definitivamente dal tecnico Gasperini dell’Atalanta. Non ci sono quindi più dubbi sulla partenza di Miranchuk da Bergamo già a gennaio. Si vociferava che su di lui ci fossero da tempo il Sassuolo e il Torino, ma ora la figura di Shevchenko diventerebbe cruciale nell’eventuale scelta del trequartista russo, bisognoso di fiducia e di flessibilità – non riscontrata sotto la guida del sergente Gasperini – per esprimere appieno il proprio potenziale.

Sotto la stella dell’Est

Intanto godiamoci i gol più belli di Andriy Shevchenko in Serie A. Se almeno una parte della sua passata classe calcistica si tramutasse in bravura sulla panchina, staremmo presto di fronte a un nuovo fenomeno dell’est, stavolta nella versione allenatore. D’altronde, la città di Genova, seppur nella sua sponda doriana, aveva regalato al panorama italiano un altro grande tecnico slavo, Vujadin Boskov, che amava dire: “Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano”.

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